La trasparenza lungo le catene di approvvigionamento è la chiave per affrontare lo sfruttamento del lavoro, stabilendo le responsabilità degli abusi e per dare giustizia alle vittime.

Il processo di produzione di molti prodotti comuni in vendita nei supermercati è spesso lungo, complesso e segreto.
La scarsa trasparenza nei processi di produzione e la mancanza di informazioni sui produttori costituiscono una barriera al miglioramento delle condizioni di lavoro e alla tutela dei diritti umani.

La catena di approvvigionamento è a volte anche luogo di comportamenti illegali e deleteri per l’intera società. Le strategie per gestire tali rischi dipendono tutte dalla trasparenza.

  • La trasparenza è importante per i consumatori.
    I consumatori hanno il diritto di sapere se esistono accuse fondate sul violazione dei diritti umani nel processo di produzione del prodotto che stanno considerando di comprare. Nessuno vuole comprare prodotti che sono frutto del lavoro forzato, per esempio.
  • La trasparenza è importante per permettere ai gruppi di stakeholder di condurre un monitoraggio delle condizioni di lavoro e portare all’attenzione delle aziende e delle autorità possibili problemi, quali lo sfruttamento del lavoro, il lavoro forzato o il traffico umano.
  • La trasparenza del processo globale di produzione può anche essere utile a individuare il crimine organizzato e il commercio illegale.

Gli obblighi di divulgazione per le aziende riguardo le informazioni sui fornitori dovrebbero essere rese più rigorose.
I governi dovrebbero rendere obbligatorio per le aziende riportare rischi associati ai loro fornitori, subappaltatori e partner in joint venture e i processi di due diligence sui diritti umani condotti in relazione a questi rischi.

L’abitudine dell’informazione riguardo le importazioni, includendo i nomi delle aziende coinvolte e la destinazione e il destinatario finali, dovrebbero essere reperibili per il pubblico attraverso databases consultabili o almeno su richiesta sussistano ragioni di sospettare un bene importato in EU sia stato prodotto in condizioni di sfruttamento.